Nata a Viterbo nel 1970, Barbara Frale è una studiosa “prestata” alla narrativa. Storica del Medioevo, è nota in tutto il mondo per i suoi studi sui Templari. Spesso in prima linea in trasmissioni televisive e documentari storici, ha anche curato la consulenza per la serie I Medici e Master of Florence in onda sulla Rai . È autrice di varie monografie, e insieme a Franco Cardini, ha realizzato un saggio sui Pazzi intitolato La Congiura. Tra le sue pubblicazioni di successo, edite dalla Newton Compton, non si può non citare I sotterranei di Notre-Dame e In nome dei Medici.
Trama
Firenze, domenica 26 aprile 1478. Durante una messa solenne celebrata dal cardinal Riario, i congiurati hanno levato il pugnale scagliandosi su Giuliano de’ Medici, riducendolo in fin di vita. Per vendicarsi, Lorenzo spargerà molto altro sangue: la città, culla del Rinascimento, per lunghe settimane vedrà le sue strade orridamente tinte di rosso. Sfiancato dal dolore e dal rimorso, il Magnifico non potrà fare a meno di interrogarsi sullo sfacelo che ha devastato la sua vita, invidiata da tutti fino a poco prima. Perché Giuliano è morto? Quali colpe poteva aver commesso? In fondo l’egocentrismo di Lorenzo lo aveva condannato a rimanere sempre in secondo piano. Mentre si accusa per quella sciagura, Lorenzo rivede i volti di coloro che hanno voluto colpire i Medici: Francesco Salviati, roso dall’invidia; Jacopo de’ Pazzi, assetato di vendetta; Antonio Maffei da Volterra, mosso da un odio viscerale contro Lorenzo. In penombra altre misteriose e potentissime figure, che hanno brigato e pianificato la distruzione dei Medici. Ma se ci fosse altro dietro la morte del fratello? Se fosse una passione amorosa ad aver deciso la sua tragica sorte?
Firenze, domenica 26 aprile 1478. Durante una messa solenne celebrata dal cardinal Riario, i congiurati hanno levato il pugnale scagliandosi su Giuliano de’ Medici, riducendolo in fin di vita. Per vendicarsi, Lorenzo spargerà molto altro sangue: la città, culla del Rinascimento, per lunghe settimane vedrà le sue strade orridamente tinte di rosso. Sfiancato dal dolore e dal rimorso, il Magnifico non potrà fare a meno di interrogarsi sullo sfacelo che ha devastato la sua vita, invidiata da tutti fino a poco prima. Perché Giuliano è morto? Quali colpe poteva aver commesso? In fondo l’egocentrismo di Lorenzo lo aveva condannato a rimanere sempre in secondo piano. Mentre si accusa per quella sciagura, Lorenzo rivede i volti di coloro che hanno voluto colpire i Medici: Francesco Salviati, roso dall’invidia; Jacopo de’ Pazzi, assetato di vendetta; Antonio Maffei da Volterra, mosso da un odio viscerale contro Lorenzo. In penombra altre misteriose e potentissime figure, che hanno brigato e pianificato la distruzione dei Medici. Ma se ci fosse altro dietro la morte del fratello? Se fosse una passione amorosa ad aver deciso la sua tragica sorte?
Note personali
Per chi ama i romanzi storici, Barbara Frale è senz’altro una garanzia. L’autrice, con la sua penna, è capace di trasportati in epoche lontane, donandoli una passionalità che le fredde cronache storiche non possono esprimere.
Il linguaggio forbito e ricercato è un po’ difficile da seguire all’inizio, ma poi ci si abitua e non si riesce a smettere di leggere. Ma andiamo con ordine.
Quando si parla della famiglia Medici si pensa subito a lui, Lorenzo, detto il Magnifico, signore de facto di Firenze, uno dei più significativi uomini politici del Rinascimento che ha incarnato l'ideale del principe umanista. Tuttavia, per quanto la figura di Lorenzo sia affascinante, l’autrice punta i riflettori sul fratello minore Giuliano, sottolineando le profonde diversità tra i due fratelli.
Lorenzo, sedotto dal potere, sfrutta la legge a suo vantaggio, compiendo illeciti pur di mantenere il primato su Firenze, e nonostante gli insegnamenti tratti da Cosimo,è molto meno cauto del nonno, meno vocato per gli affari, e di gran lunga più cocciuto e vanaglorioso. Giuliano è la sua ombra fidata, ma viene lasciato lontano dalle cose politiche, divenendo più un docile esecutore delle volontà del capo famiglia. A differenza del fratello però, Giuliano è ben voluto dal popolo, e i fiorentini lo avrebbero riconosciuto volentieri come loro leader. Fiero e sfrontato,è un perfetto cavaliere da ogni punto di vista, oltre che un’eccellente figura nei rapporti diplomatici con i potenti.
È l’ambizione di Lorenzo a spingere i suoi oppositori, dichiarati o meno, a tendergli un agguato. Difatti, il romanzo si apre guardando a quel fatale 26 aprile 1478, il giorno in cui il Duomo di Firenze si tinse di rosso. Durante la funzione religiosa, celebrata dal giovane cardinale Raffaele Riario, Giuliano de’Medici venne aggredito e assassinato brutalmente sotto lo sconcerto dei fiorentini.
Il linguaggio forbito e ricercato è un po’ difficile da seguire all’inizio, ma poi ci si abitua e non si riesce a smettere di leggere. Ma andiamo con ordine.
Quando si parla della famiglia Medici si pensa subito a lui, Lorenzo, detto il Magnifico, signore de facto di Firenze, uno dei più significativi uomini politici del Rinascimento che ha incarnato l'ideale del principe umanista. Tuttavia, per quanto la figura di Lorenzo sia affascinante, l’autrice punta i riflettori sul fratello minore Giuliano, sottolineando le profonde diversità tra i due fratelli.
Lorenzo, sedotto dal potere, sfrutta la legge a suo vantaggio, compiendo illeciti pur di mantenere il primato su Firenze, e nonostante gli insegnamenti tratti da Cosimo,è molto meno cauto del nonno, meno vocato per gli affari, e di gran lunga più cocciuto e vanaglorioso. Giuliano è la sua ombra fidata, ma viene lasciato lontano dalle cose politiche, divenendo più un docile esecutore delle volontà del capo famiglia. A differenza del fratello però, Giuliano è ben voluto dal popolo, e i fiorentini lo avrebbero riconosciuto volentieri come loro leader. Fiero e sfrontato,è un perfetto cavaliere da ogni punto di vista, oltre che un’eccellente figura nei rapporti diplomatici con i potenti.
È l’ambizione di Lorenzo a spingere i suoi oppositori, dichiarati o meno, a tendergli un agguato. Difatti, il romanzo si apre guardando a quel fatale 26 aprile 1478, il giorno in cui il Duomo di Firenze si tinse di rosso. Durante la funzione religiosa, celebrata dal giovane cardinale Raffaele Riario, Giuliano de’Medici venne aggredito e assassinato brutalmente sotto lo sconcerto dei fiorentini.
Le campane di San Pietro rintoccavano l’Angelus a distesa. Tutto il cielo di Roma, inondato di luce, sembrava tremare come un’azzurra cassa armonica percossa da mille voci di bronzo.
La cospirazione, ordita da tempo da Jacopo e Francesco de’ Pazzi, membri di una delle famiglie più facoltose di Firenze, giunta ai ferri corti con i Medici per motivi politici e finanziari, aveva come obiettivo Lorenzo, tuttavia fu Giuliano a pagarne lo scotto. Il resto della storia è un susseguirsi di colpi di scena, intrighi e passioni che provano a ricostruire in modo plausibile i motivi che portarono al sanguinoso scontro. Per quanto questi si riconducano a interessi politici, dove anche gli Stati italiani al di fuori della città soffrivano la grandezza medicea della potenza fiorentina, l’autrice, attraverso i suoi studi, ipotizza un diverso movente che ha portato all’uccisione di Giuliano, ponendo al centro questioni personali. In fondo non è da escludere che uno sgarbo verso la famiglia de’ Pazzi abbia messo in moto gli ingranaggi della sua dipartita, poiché tuttora, come afferma la stessa Frale, la morte di Giuliano è un “illustre cold case che giace irrisolto nelle pieghe del più splendido Rinascimento italiano”.
Avvincente e ricco di particolari storici, questo romanzo non si può non apprezzare per la dovizia di dettagli che investono di veridicità alcuni dei più affascinanti e celebri personaggi della nostra storia.
Lo consiglio ⭐️⭐️⭐️⭐️
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