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Il tempo di mezzo: il nuovo libro di Federica Marangio targato Les Flâneurs



 Il tempo di mezzo 
 Federica Marangio  
 narrativa contemporanea  
 Les Flâneurs Edizioni  
 13 settembre 2021  
 cartaceo, ebook  
 304

Sinossi

C’è un tempo esatto, quello di mezzo, che è il più dispettoso. Può durare un attimo o un’eternità, ma ciò che accade in quel frangente non dipende più da te

Un antico proverbio arabo dice: “Un libro è un giardino che puoi custodire in tasca”. E Il tempo di mezzo, della bravissima Federica Marangio, è uno di quei libri che provoca un profondo senso di smarrimento una volta arrivati alla parola fine, soprattutto dopo le sensazioni che lascia impresse.Ma andiamo con ordine.
Il romanzo si apre con un’intraprendete Beatrice Rossini, giornalista affermata di origini napoletane.
Era una bambina nel corpo di una donna di quarant’anni, che non aveva mai smesso di credere nella meraviglia della vita e immaginava una piena tumultuosa che rompe gli argini.
Dopo aver girato in lungo e in largo per il globo, per motivi di studio e di lavoro, aveva messo radici nella città di Pisa, trasformatasi per lei nella città dell’amore.
Difatti é lì che conosce Guglielmo, noto imprenditore di vini di origini pugliesi, divenuto poi suo marito. Tempo e imprevisti non parevano una minaccia, insieme si divertivano molto e si sostenevano in tutto e per tutto di fronte alle leggere avversità della vita. 
Entrambi amavano il proprio lavoro, costellato da incredibili gratificazioni, tuttavia vi è un tassello vacante nella vita di Beatrice, legato a un evento traumatico del suo passato.
Per questo, allo scoccare dei quarant’anni, Beatrice decide di fuggire in Olanda, terra a cui era profondamente legata, poiché aveva curato per diverso tempo l’informazione di una grossa organizzazione non profit.
Il motivo del viaggio è un incontenibile bisogno di scoprire la verità su ciò che accadde in quel lontano 1994, quando lei era ancora una ragazzina e la sua famiglia si era ritrovata spezzata in due da una triste realtà.
Qui Beatrice, tra una colazione e una birra con amiche vecchie e nuove, una corsa in spiaggia e un articolo da inviare al giornale, seguirà le tracce che suo padre le ha lasciato in un biglietto.
Tracce che passano per un polveroso negozio di antiquariato e che potrebbero guarirla dal senso di incompiutezza che ha forgiato il suo carattere nonostante tutto. Chissà se riuscirà a scovare i tasselli mancanti e a guardare con fiducia al futuro.
Ognuno di noi porta dentro di sé una cicatrice, sta a noi chiuderla perché non perda più sangue. La possiamo anche guardare per ricordarcene, ma non farà più così male


Recensione 

Leggere Il tempo di mezzo è stato un po’ come un viaggio, in un’altalena tra passato e presente che esplora la vita e l’essenza della personalità di Beatrice.
Il linguaggio semplice, ma al contempo forbito, attraverso l’uso di termini oggi ingiustamente desueti e carichi di fascino, denotano un raffinato talento dell’autrice, oltre che un palpabile amore per le parole.
La trama è ricca di particolari, permettendo al lettore di toccare con mano sensazioni, umori, profumi, sapori di realtà e personaggi che arricchiscono ogni pagina in modo significativo. Non a caso ho usato il termine “viaggio” per indicare il multiverso di personalità e luoghi esplorati nel corso della lettura.
Difatti, la storia di Beatrice si intreccia con quella di diversi personaggi secondari, per lo più donne, le reali protagoniste del romanzo. Dall’amica Tatjana e il suo pessimo gusto in fatto di uomini, alla mamma Rosa, con il suo linguaggio improbabile, coniando spesso parole dal significato imprevedibile, fino alla zia Lucia, insegnante di greco e latino per cui Beatrice nutre una profonda ammirazione fin da bambina. 
Tuttavia é il personaggio di Marijke, una ragazza diversamente abile incontrata quasi per caso, come se fosse scritto nel destino, a trasmettere un messaggio pregno di significato. Come si legge nella prefazione di Catena Fiorello, “affaccendati come siamo, nel susseguirsi frenetico di momenti e azioni, ci perdiamo il meglio”.
Un concetto che ho trovato di grande impatto, poiché a volte, pur trovandoci in una posizione privilegiata, non siamo in grado di apprezzare la bellezza che ci circonda, per la vita, la natura, gli affetti, concentrandoci egoisticamente su ciò che ci manca e non su quello che si ha. Una lezione che la piccola Marijke ci insegna con semplicità e un sorriso sulle labbra. 
Esilaranti poi i dialoghi tra Beatrice e Guglielmo, i quali attribuiscono alla loro gatta Rosetta pensieri e parole che oscillano tra il dialetto pugliese a quello di una nobildonna dell’aristocrazia.
Ma è la ricerca della verità il tema ricorrente nel corso della lettura, complice anche il mestiere della protagonista e l’esigenza di raccontare, svelando retroscena impensabili. 
Era la verità che aveva sospinto i passi di Beatrice verso la vita, fin da quando era piccola. La verità che assumeva sembianze differenti, che ora si faceva curiosità di un mondo diverso e vicino. La verità che è sotto gli occhi e poi scompare, ma anche la cruda verità che come una schiaffo l’aveva svegliata la mattina di quel 4 luglio. La verità di una mancanza, la verità di un matrimonio approdo sicuro, la verità di Rosetta Gatta che professava amore senza dimenticare il suo essere felino. La verità delle sue fonti, la verità delle sue tristi storie, la verità di quelle liete. Per Beatrice Rossini la verità muoveva il mondo.
Tra scadenze, incontri e grattacapi, Beatrice farà un’escursione nei sentimenti, fino a ritrovarsi nel tanto citato tempo di mezzo, ovvero quello che passa tra la decisione presa e gli eventi reali. 
E in questo lungo viaggio, troverà tutte le risposte che cercava, venendo a conoscenza di una verità taciuta sotto lo stile polveroso del tempo.
Un epilogo sconvolgente, su cui l’autrice non si sbottona fino alla fine, ma che impregna di curiosità il lettore, invogliandolo a continuare per scoprire quel tassello mancante, pur lasciando qualche interrogativo che fa ben sperare in un sequel. 
Profondo, delicato e denso di significati, questo romanzo è un piccolo gioiello che consiglio vivamente di custodire.

⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️


Biografia 
Federica Marangio è giornalista e si occupa di sanità per la redazione di Taranto della Gazzetta del Mezzogiorno. Ha conseguito un dottorato di ricerca internazionale presso il dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Unisalento e scrive di community engagement e modelli di innovazione sociale. È perfettamente bilingue, ma parla anche lo spagnolo e l’olandese, e porta con sé un pizzico di internazionalizzazione ovunque vada. Tiene corsi sulla comunicazione multimediale per imprese e istituzioni. Nel 2015 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, “La cicatrice”, e nel 2018 “Io più te, l’amore è un’addizione. Questo è il suo terzo romanzo.










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